
Riportiamo le parole del Ministro Fedeli riferite alla scomparsa del grande linguista Tullio De Mauro:
Grazie per aver lavorato con passione veramente civile, un aggettivo che molto amava, a contatto con le nuove generazioni; grazie per aver avuto la determinazione di costruire ed esaltare l’identità culturale del nostro Paese; grazie per avere avuto il coraggio di continuare a riformare il nostro sistema d’istruzione per dare respiro alle ambizioni di futuro dei giovani; grazie, infine, per essersi dedicato per decenni all’educazione linguistica di tantissime generazioni di italiane e italiani”.
De Mauro si è molto interessato alla promozione della lettura:
“Continuo a sperare che l’interesse di accedere alla rete, a tutto ciò che la rete offre di buono o meno buono, spinga nella direzione del riabituarsi, dell’abituarsi a leggere molto. Nei bambini questo sembra abbastanza evidente, ma non abbiamo al momento indagini che ci permettano di affermare con sicurezza che questa mia opinione è giusta. Credo che la rete spinga nella direzione di poter capire un testo scritto, spinga nella direzione della promozione della lettura” (da un’intervista a Wired del 2016);
Ha dedicato molta attenzione alla comprensibilità dei testi, ecco alcuni dei suoi suggerimenti di lettura:
“I testi italiani più comprensibili? Lettera a una professoressa di don Milani è da questo punto di vista eccezionale. Usa praticamente solo parole del vocabolario di base e i periodi sono molto brevi. Lo stesso discorso vale per Teta veleta dell’attrice e regista Laura Betti. La Regola di san Francesco è un altro illustre e insuperabile esempio. Buoni anche i testi di Pavese, del primo Sciascia, di Calvino, di Sandro Veronesi, della Mazzantini, della Ginzburg. E, un po’ più indietro nel tempo, in maniera diversa fra loro, sono stati importanti su questa strada Artusi, Collodi e il De Amicis di Cuore” (da un’intervista a l’Avvenire del 2014);
Ha riconosciuto la valenza delle biblioteche e delle biblioteche scolastiche soprattutto per la promozione della lettura e il ruolo primario del libro nell’apprendimento:
sono convinto che «potenziare le biblioteche scolastiche di ogni livello e renderle effettivamente accessibili – cioè centri di informazione e formazione e non teche di libri e materiali multimediali intangibili – sia di grande importanza per lo sviluppo di attività formative vive. Le grandi biblioteche di conservazione italiane sono poche e non devono (non dovrebbero) servire alla didattica elementare e media. Le biblioteche territoriali locali sono una rete buona solo in alcune regioni e mancano o funzionano assai male in troppe regioni e città, a cominciare dalla Capitale. … Le biblioteche scolastiche, se e dove ci sono, sono allo stato l’unico luogo per consentire a tutti i ragazzi e giovani di accostarsi alla cultura scritta, alle letterature, alle opere di base dei diversi settori disciplinari: un accostamento indispensabile, ripeto, perché abbia pieno effetto una buona didattica» (da un’intervista a Tuttoscuola del 2000)
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