Il commento di un nostro lettore all’articolo Novità tra gli scaffali, riflette, su scala più piccola, il dibattito in corso nell’ambito dell’architettura della conoscenza, tematica di respiro internazionale.
Secondo il nostro lettore, infatti, una “biblioteca vera” è quella che cataloga i libri non secondo etichette incomprensibili agli utenti, ma attraverso un sistema di connotazione più informale che fa uso di un linguaggio spontaneo e familiare, che orienta tra gli scaffali e dà un più spiccato senso di ordine .
La tradizionale catalogazione del Sistema Decimale Dewey talvolta disorienta gli utenti più giovani che, invece, sono abituati a cercare informazioni attraverso sistemi di categorizzazione più facili. Si consideri, infatti, che i nostri studenti creano etichette (tagging) o ricercano attraverso descrittori quando usano eBay, Flickr, o YouTube: applicazioni del Web 2.0 che utilizzano un sistema di condivisione e recupero delle informazioni basato su parole chiave (tags, appunto) scelte spontaneamente dai fruitori del servizio (nel 2004 è stato coniato il termine di folksonomia per indicare questa nuova pratica di classificazione).
Il fenomeno del “social tagging” (cioè, etichettatura sociale) non può non investire di rilfesso anche le biblioteche scolastiche. Nel nostro piccolo, quindi, abbiamo deciso di tener conto delle nuove esigenze provenienti dal basso e i complimenti di Alf (così preferisce chiamarsi) ci spronano a continuare sulla stessa strada.
Per chi volesse approfondire l’argomento dell’architettura della conoscenza, suggeriamo il sito di Luca Rosati . Per conoscere, invece, la storia della parola “folksonomia“, indichiamo la pagina web ufficiale scritta da Thomas Wander Val (risorsa in lingua inglese) .
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